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CRAC Puglia

Opera nell’opera. Omaggio a Giovanni Paisiello

 

Siamo lieti di invitare la S.V. all’inaugurazione dell’evento in oggetto in programma per sabato 11 e domenica 12 settembre p.v., alle ore 18.00 presso gli spazi del CRAC Puglia della Fondazione Rocco Spani Onlus, ubicati in Corso Vittorio Emanuele II n. 17, Taranto.

Nino Franchina Monumento a Giovanni Paisiello, 1956 Maquette Bronzo (Collezione privata)

Carlo Lorenzetti Diapason dello spazio, 2020 Maquette Cartoncino e metacrilato

Guido Strazza Partitura, 2020 Studio preparatorio Tecnica mista su tavola

Giulio De Mitri Ápeiron, 2020 Maquette Faggio, smalto bianco, metacrilato, acciaio inox AISI 316 e corpo illuminante

 

Visite guidate alla mostra di Spoerri e laboratori di Eat Art

Ha preso il via, come per ogni esposizione, al CRAC Puglia (Centro di Ricerca di Arte Contemporanea) della Fondazione Rocco Spani Onlus, il programma di visite guidate e laboratori didattici e di creatività artistica per bambini e ragazzi (nella fascia d’età dai sei ai dodici anni) e residenti nel territorio jonico

Le attività creative, stigmatizzate in tre momenti: scoprire, conoscere ed inventare con la Eat-Art del Maestro Daniel Spoerri, si stanno svolgendo con gruppi di partecipanti (da un minimo di dieci ad un massimo di quindici minori), negli gli spazi del CRAC Puglia e del Centro diurno “L’Isola della fantasia”, ubicati nel Centro Storico di Taranto. Continue reading

Al Crac Puglia presentazione del saggio di Massimo Iiritano “Il dono di Prometeo”

Dopo il recentissimo TALKinCRAC per la presentazione del saggio di Luigi Paolo Finizio “Astrattismo e dadaismo /Poetiche dell’antilirico. New York, Mosca, Zurigo, edito da Bibliotheka Edizioni, sabato 13 luglio alle ore 18,30 sarà presentato, negli spazi del Crac Puglia (ex Convento dei Padri Olivetani (sec. XIII), Corso Vittorio Emanuele II, n. 17 – Centro storico),  nell’ambito della rassegna la “Diaspora del mito / La sponda ionica”, il saggio di Massimo Iiritano Il dono di Prometeo. Varcare i sentieri dell’impossibile,  tentare l’ultima soglia” (Edizioni, Diogene Multimedia, Bologna 2017).

Lo studioso prof. Massimo Iiritano afferma nel suo saggio che  « il dono che Prometeo fa agli uomini, ancor prima del fuoco, è quello di allontanare gli uomini, per lo spazio della propria esistenza, dall’idea di morte e dal destino crudele che li attende e a cui Zeus, li aveva condannati senza appello, in principio, se Prometeo stesso non si fosse opposto. In tale opposizione, più che nel dono del fuoco, dunque, risiede il motivo della condanna di Prometeo.

Ha dato agli uomini una nuova vita. Effimera ma concreta, faticosa ma esperta di molte arti. Un viaggio doloroso in cui consumare quel fuoco “di civiltà” che cuoce le carni, dedica sacrifici, crema i defunti, e accende le cieche speranze che alimentano il senso del rimanere presenti a se stessi nella vita terrena. »

Introdurrà l’incontro il prof. Giulio De Mitri, presidente della direzione scientifica del CRAC Puglia, presenterà il saggio la nota scrittrice e saggista prof.ssa Clementina Gily, direttore del centro di ricerca OSCOM dell’Università di Napoli e direttore responsabile del periodico di attualità, cultura e filosofia “Wolf on line” . Interverrà la prof.ssa Lara Caccia, critico e storico dell’arte, docente all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Seguiranno alcune letture dell’attrice Giusy D’Auria,  tratte dal saggio “Il dono di Prometeo”.

L’incontro, promosso e organizzato per i TALKinCRAC, è un’esperienza costruttiva e di confronto con i linguaggi della contemporaneità, dialoghi, scambi e riflessioni tra pubblico e noti addetti ai lavori, un work in regress per un work in progress.

L’occasione sarà propizia, anche, per visitare la mostra: Diaspora del mito / La sponda ionica,  aperta al pubblico sino al 21 luglio 2019.

Massimo Iiritano, scrittore, saggista e docente universitario. È stato allievo e collaboratore di Sergio Quinzio, Bruno Forte, Sergio Givone, Massimo Cacciari. Ha svolto attività di didattica e di ricerca presso diverse Università italiane (Perugia, Siena, Napoli, Bologna, Venezia) e straniere (Erlangen, Swansea, Cardiff, Manchester). Già docente incaricato di Antropologia delle religioni all’Università  per stranieri di Perugia, e alla Cattedra di Filosofia delle religioni dell’Università degli studi di Siena-Arezzo.

Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo: “Teologia dell’ora nona. Il pensiero di Sergio Quinzio tra fede e filosofia”, 2006; “Picture Thinking. Estetica e filosofia della religione in R.G. Collingwood”, 2006; “Dissoluzioni. La crisi dell’esperienza estetica tra arte e filosofia”, 2011; “Gioacchino da Fiore. Attualità di un profeta sconfitto”, 2015

Crac Puglia, un maggio ricco di eventi tra Talk e mostre

Un mese di maggio che si presenta particolarmente ricco di appuntamenti culturali per il Crac Puglia che nella sua sede nell’ex convento dei Padri Olivetani, nel centro storico di Taranto sul Lungomare Vittorio Emanuele II n.17, ospiterà nuovi eventi tra presentazioni letterarie e una nuova mostra.

Riprendono infatti i TALKinCRAC. Domenica 5 maggio  2019 alle ore 18,30, nell’ambito della mostra personale del maestro Carlo Lorenzetti “Piegare la luce”,  sarà presentato  il Libro d’artista “Come da un lungo sonno” di Carlo Lorenzetti e Marco Vitale, edizioni “Il Bulino”, stamperia d’arte di Sergio Pandolfini, Roma, 2009.

Sabato 18 maggio alle ore 19:00, sarà inaugurata la mostra “DIASPORA DEL MITO. La sponda ionica”, curata dal critico e storico dell’arte Massimo Bignardi, professore di Storia dell’arte contemporanea presso l’Ateneo senese; l’evento si inserisce nel cartellone della Biennale della prossimità, manifestazione nazionale organizzata per la prima volta a Taranto.

Altro appuntamento TALKinCRAC domenica 19 maggio alle ore 18,30 nell’ambito della rassegna la “Diaspora del mito / La sponda ionica”, lA presentazione del  saggio di Luigi Paolo Finizio “Astrattismo e dadaismo /Poetiche dell’antilirico. New York, Mosca, Zurigo”, edito da Bibliotheka Edizioni.

Il libro presentato il 5 maggio, “Come da un lungo sonno” è un libro d’artista che comprende dieci poesie di Marco Vitale e rilievi in acciaio su carta di Carlo Lorenzetti. L’edizione si compone di trentacinque esemplari (ogni esemplare è unico). Ogni esemplare reca nel colophon la numerazione e la firma degli autori.

Un TALKinCRAC tra immagine e parola. Se per Democrito la parola è l’ombra del pensiero, per noi l’immagine ne è la luce. Un incontro storico e poetico delle diverse culture, allo scopo di rintracciare antiche speranze, nuovi ritorni,dove verbo e immagine hanno la loro storia da raccontare.

Introdurrà l’incontro il prof. Giulio De Mitri, presidente della direzione scientifica del CRAC Puglia, relazionerà il dottor Silvano Trevisani, scrittore e giornalista professionista. Seguiranno letture di Giusy D’Auria.

L’incontro culturale, promosso e organizzato per i TALKinCRAC, è un’esperienza costruttiva e di confronto con i linguaggi della contemporaneità, dialoghi, scambi e riflessioni tra pubblico e noti addetti ai lavori, un work in regress per un work in progress.

L’occasione sarà propizia, anche, per visitare la mostra: “Carlo Lorenzetti. Piegare la luce”, aperta al pubblico sino al 12 maggio 2019.

Con la a mostra “DIASPORA DEL MITO. La sponda ionica, inaugurata il 18 maggio, il CRAC Puglia prosegue l’impegno intrapreso – tra idea e prassi, tra pensiero e materia, tra metodologie e strumenti del disegno – momenti, soprattutto, ideativi che agiscono sul territorio come incubatore di azioni e interventi.

“La mostra – scrive Bignardi nel catalogo pubblicato da Gutenberg Editore – traccia un fil rouge sotteso ai linguaggi che hanno caratterizzato la scena artistica contemporanea, degli ultimi tre decenni. Sedici artisti provenienti da generazioni diverse e da diverse pratiche creative, i cui linguaggi sono segnati da una larvale riscoperta della Grecia, quale dimensione, avrebbe detto Hillman, archetipa «della nostra mente e della nostra cultura».

Il mito, anche se non dichiarato nei suoi aspetti formali, si era fatto largo nei linguaggi della cultura postmoderna che ha connotato gli ultimi tre decenni del XX secolo e poi, maggiormente, in questi ultimi, la cui scena sociale e culturale è sotto l’indice della surmodernità, ove la storia è proiettata nell’attualità. Pittura e scultura, in particolare, hanno espresso ed esprimono, una sorta di arretramento nel mitico che non corrisponde ad un segnale involutivo della cultura del ‘moderno’, bensì quale prospettiva di una capacità da parte dell’artista di reimmaginare la sua relazione con il naturale e l’umano”.

La mostra è divisa in quattro parti che si richiamano, per affinità, ad altrettante figure tratte dal dizionario mitologico e connesse al pensiero pitagorico, a quella Scuola nata nelle terre della Magna Grecia ionica: Mnemosine, Icaro, Orfeo e Dioniso.

La mostra propone opere, provenienti da istituzioni museali e da collezioni private, di: Hermann Albert, Nicola Carrino, Angelo Casciello, Bruno Ceccobelli, Claudio Costa, Giulio De Mitri, Stefano Di Stasio, Giannetto Fieschi, Omar Galliani, Giuseppe Maraniello, Luigi Pagano, Antonio Paradiso, Piero Pizzi Cannella, Francesca Poto, Angelomichele Risi, Guido Strazza.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 21 luglio 2019.

Per l’occasione è stata realizzata una considerevole pubblicazione edita da Gutenberg Edizioni, contenente le presentazioni di Giovanna Tagliaferro (Direttore della Fondazione Rocco Spani onlus) e di Ferdinando Creta (Direttore del Museo-ARCOS di Benevento); il contributo critico di Massimo Bignardi; le schede critiche e biografiche di Greta De Marchi, Francesca Maria Menchinelli, Silvia Neri e Maria Carmela Viviano e un apparato iconografico.

Il libro presentato il 19 maggio, il saggio di Luigi Paolo Finizio “Astrattismo e dadaismo /Poetiche dell’antilirico. New York, Mosca, Zurigo”, noto critico e storico dell’arte, è una ricostruzione storica-poetica della singolare stagione artistica d’incontro e interazione tra astrattismo e dadaismo nei primi decenni del XX secolo, nel quadro globale e geografico l’incontro tra astrattismo e dadaismo corre negli anni a cavallo della grande guerra con i suoi traumi e coinvolgimenti europei ed extraeuropei. La loro interazione poetica è stata animata da un sotteso rigetto del convenzionale protagonismo dell’Io lirico-soggettivo per mirare con ironia e coscienza critica contro ogni idealismo ed ipocrisia morale, ritenuti responsabili del dramma della guerra.

Introdurrà l’incontro il prof. Giulio De Mitri, presidente della direzione scientifica del CRAC Puglia, presenterà il saggio il prof. Massimo Bignardi, critico e storico dell’arte e docente di Arte Contemporanea all’Università di Siena. Interverranno il prof. Aldo Perrone, scrittore e responsabile del  Gruppo Taranto e la prof.ssa Sara Liuzzi, critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Torino. Seguiranno alcune letture di Giusy D’Auria.

L’incontro, promosso e organizzato per i TALKinCRAC, è un’esperienza costruttiva e di confronto con i linguaggi della contemporaneità, dialoghi, scambi e riflessioni tra pubblico e noti addetti ai lavori, un work in regress per un work in progress.

L’occasione sarà propizia, anche, per visitare la mostra: Diaspora del mito / La sponda ionica,  aperta al pubblico sino al 21 luglio 2019.

Mostra “Piegare la luce”, esposte opere di Carlo Lorenzetti

Domenica 7 aprile 2019 alle 18,30 CRAC Puglia – Centro di Ricerca Arte Contemporanea della Fondazione Rocco Spani onlus di Taranto, in collaborazione con Mysterium Festival, inaugura la mostra personale di Carlo Lorenzetti (Roma, 1934), “Piegare la luce”, a cura di Roberto Lacarbonara.

A pochi mesi dall’antologica nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Taranto ospita uno dei più grandi maestri italiani della scultura ripercorrendo circa trent’anni di produzione (1989-2018) attraverso una selezione di disegni, collage, rilievi metallici, graffiti e sculture.

Fragili e spirituali, simili ad icone dotate di sacralità e mistero, le forme dinamiche, le superfici riflettenti ed i volumi minimi di Carlo Lorenzetti compongono un corpus di oggetti in grado di ritmare la luce con meditata sapienza ed essenzialità.

“Una concezione della scultura tesa a negare ogni consistenza di massa o di peso e orientata a reinventarla nel segno della leggerezza e dell’estensione spaziale”, sostiene l’artista, guardando ad una tradizione scultorea che, dalla tradizione sacra rinascimentale risale sino agli esiti plastici di Calder e Melotti, Arp e Brancusi, specie nella tensione verso una purezza formale in grado di rinnovare, ogni volta, il volume impalpabile del vuoto, della luce, del silenzio: “strutture concepite per catturare le pieghe dell’aria o suggerire architetture del cielo”.

La mostra presenta alcuni cicli pittorici e scultorei nodali nella ricerca dell’artista: dai Graffiti degli anni ’80 alle sculture Parietali, i Collage e i Rilievi-Collages in cui “la convivenza tra carta e nastro d’acciaio risolve una duplicità assai peculiare dell’opera di Lorenzetti, ovvero la relazione statica tra forze tensive e distensive, tra piani rigidi e ondulati, tra spigoli e curve” (Roberto Lacarbonara in catalogo).

Carlo Lorenzetti nasce nel 1934 a Roma. Dopo aver compiuto gli studi presso l’Istituto d’Arte di Roma e presso l’Académie de France a Villa Medici, insegna discipline plastiche negli Istituti d’Arte.

Nel 1959 vince il premio nazionale per la giovane scultura assegnato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; un premio gli viene pure attribuito nel 1961 alla Biennale del metallo di Gubbio ove, in seguito, avrà ulteriori riconoscimenti. Nel 1962 è invitato all’esposizione di Spoleto “Sculture nella città”, quale scultore più giovane accanto ad Arp, Calder, Moore, Smith ed altri. Partecipa alle Biennali di Venezia (1970, 1972 con sala personale, 1976, 1986, 2011), alle Quadriennali di Roma (1965, 1973 con sala personale, 1986, 1999), a “Ferruzzi per l’arte”, un progetto di AAM Architettura Arte Moderna con “Elementi di condensazione della luce” per la volta del Palazzo delle Arti di Ravenna (1991), a rassegne in musei nazionali e internazionali (Montreal, New York, Milano, San Paolo del Brasile, Madrid, Colonia, Vienna, Cracovia, Lubiana, Budapest, Basilea, New Delhi, Tokyo, Bilbao, Buenos Aires, Mosca, Leningrado, Francoforte sul Meno, Osaka, Bruxelles etc.). Tiene mostre personali, anche antologiche, nella città di Anghiari (1972), nel Palazzo Comunale di Salò (1986), nel Palazzo dei Consoli di Gubbio (1986), nella Galleria Niccoli di Parma (1989), nella Galleria Civica di Modena (1992), nel Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara (1996), nel Castello di Pergine Valsugana (1998), nella Galleria Fumagalli di Bergamo (2001) etc.

Sue opere sono esposte in musei e in collezioni pubbliche sia in Italia che all’estero. Realizza, su commissione, grandi sculture in spazi pubblici. Riceve, come conferma della critica per il suo percorso artistico, riconoscimenti ufficiali quali il Premio Nazionale per la Giovane Scultura (1959) attribuito dalla GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna) di Roma, il Premio Antonio Feltrinelli per la Scultura (1988) assegnato dall’Accademia Nazionale dei Lincei, il Premio Presidente della Repubblica Italiana per la Scultura (2004) su designazione dell’Accademia Nazionale di San Luca, di cui è membro dal 1999 e Presidente nel biennio 2015-2016.

La mostra sarà visitabile dal 7 aprile al 12 maggio 2019. Ingresso gratuito. Catalogo Edizioni CRAC Puglia.

Inaugurazione: Domenica 7 aprile 2019, ore 18.30

Dal 7 aprile al 12 maggio 2019 – Orari di apertura: Mart-Ven 9.00-13.00, pomeriggio e sabato/domenica su appuntamento. Info: Tel / Fax 099-4713316 / 348 3346377 / 334 7921142 /

Al Crac Puglia presentazione dell’agenda “Luoghi della Bellezza -Puglia 2019”

Dopo il recentissimo TALKinCRAC con la presentazione del numero speciale della rivista “L’Officina / Laboratorio delle culture e delle storie”, dedicato interamente al celebre Premio Taranto (1949-1952), venerdì 18 gennaio 2019 alle ore 18,00, nell’ambito della mostra personale “Continuo” dell’artista Ennio Tamburi, sarà presentata, negli spazi del Crac Puglia (ex Convento dei Padri Olivetani (sec. XIII), Corso Vittorio Emanuele II, n. 17 – Centro storico), l’AGENDA-ANTOLOGIA                   “LUOGHI DELLA BELLEZZA -PUGLIA 2019.”

“Un’agenda-antologia per portare nella nostra scansione degli impegni quotidiani – scrive nella presentazione Flavia Pankiewicz – spiragli di bellezza, emozioni e spunti di riflessione.

Un ‘agenda non esaustiva, una campionatura efficace di eccellenti autori (artisti visivi, poeti, scrittori, fotografi, video-marker, performer, ecc.), tutti pugliesi, suddivisa in inserti e proposta in un oggetto della quotidianità.”

Introdurrà l’incontro il prof. Giulio De Mitri, presidente della direzione scientifica del CRAC Puglia, relazioneranno: i proff. Antonella Marino, critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Bari e Carmen De Stasio, scrittrice e saggista.

Interverrà la giornalista dott.ssa Flavia Pankiewicz, curatrice dell’agenda-antologia.

Parteciperanno all’incontro alcuni artisti, scrittori e poeti presenti nell’antologia.

L’incontro culturale, promosso e organizzato per i TALKinCRAC, è un’esperienza costruttiva e di confronto con i linguaggi della contemporaneità, dialoghi, scambi e riflessioni tra pubblico e noti addetti ai lavori, un work in regress per un work in progress.

L’occasione sarà propizia, anche, per visitare la mostra: “Ennio Tamburi/Continuo”, aperta al pubblico sino al 30 gennaio 2019.

“Sacralia”, mostra del CRAC Puglia per la “Notte Bianca dell’Archeologia”

Sabato 29 dicembre p.v., nell’ambito della II Edizione della “Notte bianca dell’Archeologia”, l’ATI-Associazione Temporanea di Imprese “Taranto Sotterranea” (costituita dalle Coop. Ethra, Novelune, Polisviluppo) unitamente al CRAC Puglia (Centro di Ricerca Arte Contemporanea) della Fondazione Rocco Spani onlus di Taranto, promuovono ed organizzano due importanti eventi di arte contemporanea dal titolo “SACRALIA, DAL MITO ELLENISTICO ALLA CRISTIANITÀ. Percorsi di Archeologia Urbana e di Arte Contemporanea.”

Sono state invitate, per il suddetto evento, due note artiste italiane: Lucia Rotundo e Maria Teresa Sorbara per la ricerca artistica e la qualità espressiva dei loro progetti istallativi-ambientali site specific.

Con il segno magico e indelebile dell’arte contemporanea due storiche locations, l’area archeologica della Necropoli, di epoca greca (di via Marche) e la Cripta del Redentore (di via Terni), saranno coinvolte e contaminate dai progetti delle due artiste, e rivivranno una nuova vitalità.

Nell’area archeologica della Cripta del Redentore di via Terni, l’artista Lucia Rotundo, scultrice e docente di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Perugia, installerà l’opera “Sacre simbologie” che sintetizza in sei segni-simboli i principi della Cristianità: un essenziale viaggio nella memoria storica e nella fede cristiana. Elementi minimalisti che costelleranno la Cripta del Redentore, evocando un ulteriore flusso di energia spirituale, che già di per sé permea  l’antico ipogeo. Un’opera installativa, come afferma il critico Maria Letizia Paiato, “che nel ripercorrere a ritroso le radici della nostra cultura religiosa parla quanto mai del presente e di quell’esigenza di ritrovare l’ascolto, ossia di ridare sostanza al vero significato della preghiera.”

Invece, nell’area archeologica della Necropoli di epoca greca di via Marche, l’artista Maria Teresa Sorbara, scultrice e docente di Discipline plastiche a Liceo artistico di Bustarstizio (VA), installerà l’opera “Fertilità multipla” che coinvolgerà il potenziale fruitore in una silente attesa. Un offertorio alle divinità greche della terra, del grano e dell’acqua. “Fertilità multipla – afferma il critico Maria Letizia Paiato – in sintesi è una vera e propria metafora della ricchezza celata nella contemporaneità.”

I due eventi sono curati e presentati da Maria Letizia Paiato, critico e docente di Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Lecce e da Silvano Trevisani, scrittore e giornalista, direttore della rivista culturale “L’Officina”.

Le due opere istallative delle artiste – affermano i critici curatori  – sono pregne di grandi valori e significati, esalteranno gli spazi archeologici, dando nuovo slancio e vitalità all’immaginazione, alla storia e al mistero del sacro.

Le due opere installative resteranno aperte sino al 30 gennaio 2019.

Info: ATI/ “Taranto Sotterranea”,  tel.n.+39 3476122488, email: info@tarantosotterranea.it

 

Inaugurazione al CRAC della mostra di Ennio Tamburi “Continuo”

Sabato 15 dicembre 2018 alle 18,30 CRAC Puglia – Centro di Ricerca Arte Contemporanea inaugura la mostra personale di Ennio Tamburi, “Continuo”, a cura di Luca Arnaudo e Roberto Lacarbonara.

La mostra presenta un’ampia selezione della produzione pittorica di Ennio Tamburi, concentrandosi su quella successiva alla grande retrospettiva che la Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma ha dedicato all’artista nel 2012.

Nelle sue opere più recenti – tutte su carta, molte delle quali di grande formato o organizzate in cicli tematici qui esposti al pubblico per la prima volta – Tamburi mostra una sostanziale continuità con la produzione precedente, raggiungendo al tempo stesso inediti esiti di equilibrio compositivo: le forme della pittura astratta, care all’artista, divengono infatti il definitivo tramite di una meditazione profonda e toccante su temi fondamentali, quali natura, tempo, esistenza.

“La mia direzione è verso forme geometriche non finite, fluide, con la materia liquida dei colori lasciata libera di correre: io creo degli argini sulla carta, ma mi piace anche che le forme passino comunque, sfaldandosi. C’è in questo, credo, un nuovo senso drammatico che è entrato nella mia vita: in effetti, l’acqua è anche qualcosa che sfugge. Come il tempo”.

[Ennio Tamburi, marzo 2018]

Ennio Tamburi è nato a Jesi nel 1936, vive a Roma. L’artista ha esposto in Italia e all’estero, sin dai primi anni Sessanta, presso importanti gallerie pubbliche e private: la sua più recente personale si è tenuta presso la Garden Room del Cimitero Acattolico di Roma (maggio-giugno 2018).

La mostra sarà visitabile dal 15 dicembre 2018 al 30 gennaio 2019. Ingresso gratuito

Inaugurazione: Sabato 15 dicembre 2018, ore 18.30

Dal 15 dicembre 2018 al 30 gennaio 2019

Ennio Tamburi. Continuo

A cura di Luca Arnaudo e Roberto Lacarbonara

CRAC Puglia | Centro di Ricerca Arte Contemporanea

Ex Convento dei Padri Olivetani (sec. XIII)

74123 Taranto (Italia), Corso Vittorio Emanuele II, 17

Orari di apertura: Mart-Ven 9.00-13.00, pomeriggio su appuntamento. Sabato e domenica su appuntamento.

Info: Tel / Fax 099-4713316 / 348 3346377 / 334 7921142 /

www.cracpuglia.it / info@cracpuglia.it / rocco.spani@gmail.com

Presentazione del numero speciale della rivista “L’Officina”, dedicato interamente al Premio Taranto (1949-1952).

Dopo il recentissimo TALKinCRAC con il critico d’arte e narratrice Anna D’Elia sul tema “Fotografia come Terapia. Attraverso le immagini di Luigi Ghirri” (pubblicazione Meltemi Editore, 2018), sabato 1 dicembre 2018 alle ore 18,00, nell’ambito della mostra personale “Theorema” dell’artista Giulio De Mitri, sarà presentato, negli spazi del  Crac Puglia (ex Convento dei Padri Olivetani (sec. XIII), Corso Vittorio Emanuele II, n. 17 – Centro storico),  il numero speciale, curato dal prof. Aldo Perrone, della rivista “L’Officina / Laboratorio delle culture e delle storie”, dedicato interamente al celebre Premio Taranto (1949-1952).

Nel suo saggio “Il Premio Taranto e la pittura” scrive la storica dell’arte Elena Pontiggia: “Qualche tempo fa, sul Corriere della Sera, un lettore accennava a “quella forza che solo certe regioni del Sud sanno dare, quella forza che hai dentro”.

Si potrebbe iniziare da qui una breve riflessione sul Premio Taranto che, creato con scarsi mezzi e minimi sostegni pubblici, ma con tanta “forza dentro” dal Circolo di Cultura della città di Taranto riuscì a diventare un appuntamento tra i più significativi nell’Italia dell’epoca.” Veniva definito la “Biennale del Sud”.

Il celebre Premio Taranto fu definito da Giuseppe Ungaretti “il più bel Premio d’Italia”, assegnò a Taranto, negli anni Cinquanta, notevole vitalità culturale, letteraria ed artistica. Viene oggi rivisitato, con notevole attenzione e senza retorica,  con significativi saggi  a firma di autorevoli studiosi:                                                                                                               Aldo Perrone, Annalisa Friuli, Elena Pontiggia, Adolfo Corrente, Cosimo Argentina, Antonio Basile, Giuse Alemanno, Giacinto Spagnoletti, Silvano Trevisani e dall’editoriale di Domenico Sellitti.

Introdurrà l’incontro il prof. Giulio De Mitri, presidente della direzione scientifica del CRAC Puglia,  relazioneranno: il prof. Aldo Perrone, scrittore e responsabile del  Gruppo Taranto, i direttori di due testate tarantine: Enzo Ferrari (Taranto Buona sera), Mimmo Mazza (Gazzetta del Mezzogiorno).

L’incontro, promosso e organizzato per i TALKinCRAC, è un’esperienza costruttiva e di confronto con i linguaggi della contemporaneità, dialoghi, scambi e riflessioni tra pubblico e noti addetti ai lavori, un work in regress per un work in progress.

L’occasione sarà propizia, anche, per visitare le mostre: “Giulio De Mitri/Theorema” e la collezione permanente del CRAC Puglia: il “PIANO EFFE” (Archivio Storico Nazionale del progetto d’artista), entrambe aperte al pubblico sino al 5 dicembre 2018.

Al Crac-Puglia presentazione del volume di Anna D’Elia: “Fotografia come Terapia. Attraverso le immagini di Luigi Ghirri”.

Riprendono i TALKinCRAC, promossi e organizzati dal Crac Puglia (Centro di Ricerca Arte Contemporanea) nel proprio spazio , ubicato nell’ex Convento dei Padri Olivetani (sec. XIII), centro storico di Taranto (Corso Vittorio Emanuele II, n.17).

Sabato 24 novembre 2018, alle ore 18.00,  presentazione del volume di Anna D’Elia:“Fotografia come Terapia. Attraverso le immagini di Luigi Ghirri” (Meltemi Editore, 2018)

Con questo nuovo appuntamento il Crac Puglia vuole proporre, ancora una volta, una serie di esperienze costruttive e di confronto con i linguaggi della contemporaneità, dialoghi e scambi tra pubblico e noti addetti ai lavori.

Sotto gli effetti incalzanti dell’accelerazione visiva e della sua diffusione istantanea su scala globale dovuta alla combinazione di cellulari e internet, la fotografia rischia di essere travolta dallo tsunami visivo e dallo svuotamento di senso. Ma può accadere anche che la fotografia divenga un attivatore di consapevolezza tramite di sguardi più attenti, carichi di emozione, stupore e rinnovato amore per il mondo. È questo il dono delle fotografie di Luigi Ghirri.

È una lezione sul guardare quella che viene proposta nel libro: la ricerca del silenzio contro il rumore, della lentezza contro la velocità, della rarefazione contro l’accumulo, del mistero contro la banalità, dello stupore contro l’indifferenza. La fotografia diviene la bussola per orientarsi nel mondo esterno e riconnettersi col proprio mondo interiore stimolando l’immaginazione e le potenzialità narrative di ciascuno. Gli indizi e le tracce su cui i fotografi concentrano la loro attenzione agiscono infatti da esche sollecitando da parte del lettore il racconto di storie che rimettono in movimento l’immagine, come se fosse un film.

Il libro alterna testi e fotografie e si compone di due parti: la prima è scritta in forma saggistica e  la seconda  in forma narrativa, in quest’ultima le tematiche affrontate offrono lo spunto per brevi narrazioni in cui  tutti personaggi danno voce allo stupore di uno  sguardo che diventa veggenza grazie alla fotografia, protagonista assoluta di tutte le storie..

All’incontro sarà presente l’autrice, il volume sarà presentato dal prof. Giulio De Mitri (artista e docente) e dal prof. Roberto Lacarbonara (critico, docente e curatore indipendente).

L’occasione sarà propizia, anche, per visitare le mostre: “Giulio De Mitri/Theorema” e la collezione permanente del CRAC Puglia: il “PIANO EFFE” (Archivio Storico Nazionale del progetto d’artista), entrambe aperte al pubblico sino al 5 dicembre 2018.

Anna D’Elia, già docente di Pedagogia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bari è critica d’arte e narratrice. Attenta ai rapporti tra arte e letteratura, ha pubblicato il romanzo La Scimmia di Degas (Giazira Scritture 2015) e il saggio-racconto su Luigi Ghirri, Fotografia come Terapia, Meltemi 2018. Tra i suoi libri: Pino Pascali (Electa 2010), L’Universo Futurista, una mappa dal quadro alla cravatta (Dedalo,1989), Le Città Visibili (Congedo,1990); Diario del Corpo (Unicopli,2002); Nello Specchio dell’Arte (Meltemi, 2004), Per non voltare pagina (Meltemi, 2007). Tra le mostre che ha curato: Pino Pascali su commissione (1983), Artronica (1987), Archia (1987), La Pietra e i Luoghi (1987), Pensare la Città (1994);  ha collaborato con il Centre Pompidou di Parigi per la mostra La Ville, Paris, 1994; con il Museo Reina Sofia di Madrid, per la mostra Pino Pascali la reinvención del mito mediterraneo, 2002; con la Fondazione Pascali e la Biennale di Venezia per la mostra Pino Pascali, Ritorno a Venezia, 2011, con la sede romana della Fondazione Menna- Binga  per l’evento TraNsfusioni e con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma per l’evento Narrare l’arte.